<<....Trasmetterete ai figli e ai nipoti la verità della nostra idea. Quella verità che è stata falsata, svisata, camuffata da troppi cattivi, da troppi malvagi, da troppi venduti e anche da qualche piccola aliquota di illusi...>>
(dall'intervista al Duce, di Gian Giacomo Gabella)
PREDAPPIO LOCALITA' MONTEMAGGIORE
IL PRIMO INTERVENTO PUBBLICO DI MUSSOLINI
ALL' ETA DI 17 ANNI
MILANO 6 APRILE 1924
Rivista Gerarchia N°1 dell'Anno Nuovo.
Questa scritta è incisa nel marmo e posta nella cripta
Mussolini a Predappio.
25 APRILE 1945
E’ il giorno in cui le truppe angloamericane e le truppe loro alleate hanno completato l’ invasione di tutto il territorio italiano. E’ quindi il giorno della capitolazione della Repubblica Sociale Italiana, della fine del Fascismo , e il giorno della resa delle truppe tedesche combattenti in Italia.
Rappresenta anche la fine della guerra con la resa al nemico senza condizioni dopo cinque anni di conflitto, cui fa seguito l’ assassino del Duce , dei Gerarchi fascisti e il ludibrio carnevalesco di Piazzale Loreto. E’ l’inizio del lungo periodo della sanguinosa, inutile e vile mattanza dei fascisti e dei presunti tali, dell’ accettazione passiva del destino dei nostri connazionali vittime della “pulizia etnica slava”, delle verità taciute per anni dai diversi governi succeduti in Italia, del mantenimento di una costante divisione fra italiani, della ridotta sovranità nazionale.
Il 25 Aprile è la “ festa nazionale della liberazione dell’ Italia”
Dal libro “il gruppo esploratore della Divisione San Marco nelle langhe durante la R.S.I.” di Riccardo Lamura
IL TESTAMENTO DI MUSSOLINI
PIAZZALE VENEZIA-DECENNALE MARCIA SU ROMA
DISCORSO DEL VENTENNALE FASCISTA
LE ULTIME ORE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
A TUTTI I CADUTI DELLA R.S.I.
TORINO 1939
un discorso del Duce
IL TESTAMENTO DI MUSSOLINI
"Nessuno che sia un vero
Italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse
del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura,
recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione
io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purché improntata a
vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi,
ma poi verranno a mondarmi con venerazione. Allora sorriderò, perché il mio
popolo sarà in pace con se stesso. Il lavoratore che assolve il dovere sociale
senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia,
ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente che lavora è infinitamente
superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali
profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto
dovere di provvedere.
Per questo sono stato e sono socialista!
L'accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse collettivo. La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perché lavora la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spirito degli uomini, che è un'entità assai difficile a definirsi, perché è mutevole.
Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il Fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 Luglio al confino non c'erano più di trenta persone. Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del Fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di
taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire, per ragioni di giustizia che, il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro.
Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il Fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 Luglio al confino non c'erano più di trenta persone. Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del Fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di
taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire, per ragioni di giustizia che, il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro.
L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora. Tutti i dittatori hanno fatto strage dei loro nemici. Io sono il solo passivo; tremila morti contro qualche centinaio. Credo di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato gli strumenti di tortura.
Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di aver fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche ai nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte.
Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di aver fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche ai nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte.
Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono confinati nella cronaca nera.
Vent'anni di Fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro.
Vent'anni di Fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro.
Finché la mia stella brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove il destino mi vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò.
I fascisti che rimarranno fedeli ai principi, dovranno essere dei cittadini esemplari. Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare, nel più breve tempo possibile, le ferite della Patria.
Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la Patria non più Patria quando si è chiamati a servirla dal basso. I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del Fascismo,
perché adesso è notte, ma poi verrà il giorno " .
ISTITUZIONE DEL SABATO FASCISTA
PUBBLICATO NELLA GAZZETTA
UFFICIALE N.148 DEL 26 GIUGNO 1935
R.D.L. 20 GIUGNO 1935, n. 1010
(GU n. 148 del 26/06/1935)
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ
DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA
VISTO L'ART. 3, N. 2, DELLA
LEGGE 31 GENNAIO 1926-IV, N. 100;
VISTE LE PROPOSTE DEL
SEGRETARIO DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA;
RITENUTA L'URGENZA E LA
NECESSITÀ DI PROVVEDERE;
SENTITO IL CONSIGLIO DEI
MINISTRI;
SULLA PROPOSTA DEL CAPO DEL
GOVERNO PRIMO MINISTRO SEGRETARIO DI STATO;
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:
ART. 1.
L'ORARIO NORMALE DI UFFICIO
DEGLI IMPIEGATI CIVILI E QUELLO DI LAVORO DEI SALARIATI DELLO STATO HA TERMINE
NEI GIORNI DI SABATO NON OLTRE LE ORE 13.
SONO FATTI SALVI I CASI DI
SERVIZI SPECIALI PEI QUALI CON DISPOSIZIONE DEL MINISTRO, SENTITO IL SEGRETARIO
DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA, SIA DIVERSAMENTE STABILITO.
LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI
UFFICIO E DI LAVORO NEL POMERIGGIO DI SABATO SARÀ RICUPERATA, SENZA FAR LUOGO A
MAGGIORAZIONE DI STIPENDIO O DI SALARIO, CON L'AUMENTO DELL'ORARIO DI UFFICIO O
DI LAVORO, FATTA SALVA PEI SALARIATI LA LIMITAZIONE NORMALE MASSIMA DELLE
QUARANTOTTO ORE SETTIMANALI.
NULLA È INNOVATO ALLE
DISPOSIZIONI RELATIVE AI GIORNI FESTIVI.
ART. 2.
LA DISPOSIZIONE DEL PRECEDENTE
ARTICOLO È APPLICABILE ANCHE AGLI ISTITUTI SCOLASTICI PUBBLICI E PRIVATI DI
QUALSIASI ORDINE E GRADO NONCHÉ AL PERSONALE DELLE AMMINISTRAZIONI, ISTITUTI ED
ENTI ELENCATI NELL'ART. 2 DEL R. DECRETO-LEGGE 1 GIUGNO 1933-XI, N. 641,
CONVERTITO NELLA LEGGE 21 DICEMBRE 1933-XII, N. 1808.
ART. 3.
FERME RESTANDO LE DISPOSIZIONI
DELLA LEGGE 22 FEBBRAIO 1934-XII, N. 370, IL LAVORO DEL PERSONALE NON
CONSIDERATO DAI PRECEDENTI ARTICOLI CHE PRESTA LA PROPRIA OPERA ALLA DIPENDENZA
ALTRUI HA TERMINE NEI GIORNI DI SABATO NON OLTRE LE ORE 13, SALVE LE ECCEZIONI
CHE SARANNO STABILITE MEDIANTE CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO DA APPROVARSI
NELLE FORME DI LEGGE, SENTITO IL SEGRETARIO DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA.
IN TALI CASI SARANNO STABILITI
PER I PRESTATORI D'OPERA TURNI CHE CONSENTANO LA DISPONIBILITÀ DI ALMENO 24
POMERIGGI DI SABATO OGNI ANNO SOLARE, OPPORTUNAMENTE RIPARTITI NELLE DIVERSE
STAGIONI.
AI MINORI DEGLI ANNI 21, PERÒ
DOVRÀ ESSERE SEMPRE LASCIATO LIBERO IL POMERIGGIO DI SABATO.
LE ORE DI LAVORO NON COMPIUTE
NEL POMERIGGIO DI SABATO POTRANNO ESSERE RICUPERATE IN ALTRI GIORNI LAVORATIVI
SENZA FAR LUOGO A MAGGIORAZIONI DI STIPENDIO O DI SALARIO.
ART. 4.
IL PREFETTO, PER SUPERIORI
ESIGENZE DI INTERESSE GENERALE D'INTESA CON IL SEGRETARIO FEDERALE, PUÒ
SOSPENDERE L'APPLICAZIONE DELLA DISPOSIZIONE DI CUI AL PRECEDENTE ARTICOLO,
SPECIFICANDO, NEL RELATIVO DECRETO DA EMANARSI SENTITO IL COMPETENTE
ISPETTORATO CORPORATIVO, IL PERIODO DI TEMPO, GLI UFFICI, LE ZONE, LE AZIENDE
OD I RAMI DI ATTIVITÀ, AI QUALI LA SOSPENSIONE DI RIFERISCE.
ART. 5.
LE ORE POMERIDIANE DI SABATO
SONO DESTINATE ALLE ATTIVITÀ DI CARATTERE ADDESTRATIVO PREVALENTEMENTE
PREMILITARE E POST-MILITARE, COME AD ALTRE DI CARATTERE POLITICO, PROFESSIONALE
CULTURALE E SPORTIVO.
ALL'UOPO IL PERSONALE LASCIATO
LIBERO IN APPLICAZIONE DELLE NORME DEL PRESENTE DECRETO DOVRÀ METTERSI A
DISPOSIZIONE DELLE RISPETTIVE ORGANIZZAZIONI DEL REGIME PER LE ATTIVITÀ CHE IL
SEGRETARIO FEDERALE, SENTITI LE AUTORITÀ ED I DIRIGENTI RESPONSABILI,
PREORDINERÀ TENENDO CONTO PARTICOLARMENTE DELLE ESIGENZE DELLA ISTRUZIONE
PREMILITARE E POST-MILITARE.
NELLA DOMENICA POTRANNO INDIRSI
DI REGOLA SOLTANTO MANIFESTAZIONI CULTURALI, SPORTIVE E RICREATIVE, SALVO
SPECIALI CIRCOSTANZE IN RICORRENZE CELEBRATIVE, PERIODI CONTINUATIVI DI
ISTRUZIONI PER I CAMPI D'ARMI, MANOVRE E ALTRE ATTIVITÀ DI NATURA SIMILE.
ALMENO UNA DOMENICA AL MESE
DOVRÀ ESSERE LASCIATA COMPLETAMENTE LIBERA.
ART. 6.
IL DATORE DI LAVORO CHE
CONTRAVVENGA ALLE DISPOSIZIONI CIRCA LA CESSAZIONE DEL LAVORO NEL POMERIGGIO
DEL SABATO È PUNITO CON L'AMMENDA SINO A L. 10 PER OGNI PERSONA OCCUPATA NEL
LAVORO AL QUALE LA CONTRAVVENZIONE SI RIFERISCE.
L'AMMENDA IN OGNI CASO NON PUÒ
MAI ESSERE INFERIORE A L. 20.
ART. 7.
I SINGOLI MINISTRI SONO
AUTORIZZATI AD EMANARE, SENTITO QUELLO PER LE FINANZE E IL SEGRETARIO DEL
PARTITO NAZIONALE FASCISTA, LE NORME DI ATTUAZIONE DEL PRESENTE DECRETO PER IL
PERSONALE NONCHÉ PER GLI ISTITUTI ED ENTI DIPENDENTI O SOGGETTI ALLA PROPRIA
VIGILANZA E AD INTEGRARE E COORDINARE, SENTITO IL CONSIGLIO DI STATO, LE
DISPOSIZIONI VIGENTI CON QUELLE DEL PRESENTE DECRETO.
PER I PRESTATORI D'OPERA, CUI
SI APPLICANO LE DISPOSIZIONI SULLA DISCIPLINA GIURIDICA DEI RAPPORTI COLLETTIVI
DI LAVORO, LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PRESENTE DECRETO SARANNO STABILITE NEI
SINGOLI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO O NORME OD ACCORDI CORPORATIVI.
ART. 8.
SONO ABROGATE TUTTE LE
DISPOSIZIONI CONTRARIE A QUELLE DEL PRESENTE DECRETO.
ART. 9.
IL PRESENTE DECRETO, CHE
ENTRERÀ IN VIGORE COL PRIMO GIORNO DEL MESE SUCCESSIVO A QUELLO DELLA SUA
PUBBLICAZIONE NELLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO, SARÀ PRESENTATO AL PARLAMENTO
PER LA CONVERSIONE IN LEGGE; IL CAPO DEL GOVERNO PROPONENTE È AUTORIZZATO ALLA
PRESENTAZIONE DEL RELATIVO DISEGNO DI LEGGE.
ORDINIAMO CHE IL PRESENTE
DECRETO, MUNITO DEL SIGILLO DELLO STATO, SIA INSERTO NELLA RACCOLTA UFFICIALE
DELLE LEGGI E DEI DECRETI DEL REGNO D'ITALIA, MANDANDO A CHIUNQUE SPETTI DI
OSSERVARLO E DI FARLO OSSERVARE.
DATO A SAN ROSSORE, ADDÌ 20
GIUGNO 1935
VITTORIO EMANUELE
MUSSOLINI.
VISTO, IL GUARDASIGILLI: SOLMI.
REGISTRATO ALLA CORTE DEI
CONTI, ADDÌ 25 GIUGNO 1935
ATTI DEL GOVERNO, REGISTRO 361,
FOGLIO 156. - MANCINI.
Testo manoscritto ritrovato tra
i documenti di una vecchia azienda agricola dove vengono riportati i primi 5
articoli, quelli che interessavano più da vicino i lavoratori.
In fondo è siglato dalla
Confederazione Fascista Lacoratori dell'Agricoltura e dalla Confenderazione
Fascista Degli Agricoltori.
arsmilitaris
Mussolini sorridente visita e conforta i feriti della battaglia
sulle Alpi (Fronte occidentale)
“IL SOLO PENSIERO DI UNA
FAMIGLIA SENZA IL NECESSARIO PER VIVERE, MI DÀ UN’ACUTA SOFFERENZA FISICA…IO
SO, PER AVERLO PROVATO, COSA VUOL DIRE LA CASA DESERTA E IL DESCO NUDO”
(discorso di Torino 23 ottobre
1932)